Separazione: non serve una situazione di conflitto riconducibile alla volontà di entrambi

Pubblicato sul QG dell’8 maggio 2024

In tema di separazione personale dei coniugi, anche nel caso di allontanamento dalla casa coniugale, l’anteriorità della crisi della coppia rispetto alla violazione di tale obbligo, quale causa di esclusione del nesso causale tra la condotta violativa degli obblighi derivanti dal matrimonio e l’intollerabilità della prosecuzione della convivenza, integra un’eccezione in senso lato ed è dunque rilevabile d’ufficio, purché sia allegata dalla parte a ciò interessata e risulti dal materiale probatorio acquisito al processo. Lo stabilisce la Cassazione civile, sez. I, ordinanza, 24 aprile 2024, n. 11032.

No all’addebito se non c’è prova dell’invio delle foto osé all’amante

Pubblicato il 24 aprile 2024

La ricostruzione dei fatti di causa della decisione in esame vede il marito chiedere la separazione personale con addebito alla moglie per infedeltà, deducendo di avere scoperto sul cellulare di quest’ultima messaggi amorosi e fotografie in pose oscene. Dal canto suo, la moglie ha negato l’infedeltà e che la persona raffigurata nelle foto fosse lei, nonché ha chiesto l’assegnazione della casa familiare e l’assegno di mantenimento per sé e per i figli. Lo stabilisce la Cassazione civile, sez. I, ordinanza 11 aprile 2024, n. 9776.

Tardivo riconoscimento di paternità: la madre può testimoniare?

Pubblicato sul Quotidiano Giuridico dell’8 aprile 2024

In tema di incapacità a testimoniare nel processo civile, tale incapacità sussiste quando il teste è titolare di un interesse personale, attuale e concreto, che lo coinvolga nel rapporto controverso, alla stregua dell’interesse ad agire e a contraddire di cui all’art. 100 c.p.c., con riferimento alla domanda in concreto formulata, e non ad un ipotetica analoga domanda esperibile, sicché nel giudizio volto all’accertamento del pregiudizio lamentato dal figlio, oramai maggiorenne, conseguente al consapevole tardivo riconoscimento della paternità da parte del padre biologico, va esclusa l’incapacità a testimoniare dalla madre, ove oggetto del giudizio sia la violazione degli obblighi morali e materiali derivanti dalla filiazione, riferiti esclusivamente al rapporto tra padre e figlio. Lo stabilisce la Cassazione civile, sez. I, ordinanza 18 marzo 2024, n. 7171.

Bigenitorialità: sì al graduale pernottamento del minore col padre

Pubblicato sul Quotidiano Giuridico del 16 aprile 2024

In tema di bigenitorilalità, i provvedimenti giudiziali che, a conclusione del giudizio di revisione delle condizioni di affidamento statuiscono – in via esclusiva o aggiuntiva – sulle modalità di frequentazione e visita dei figli minori, sono ricorribili per cassazione ove impongano restrizioni suscettibili di ledere, nel loro protrarsi nel tempo, il diritto fondamentale alla vita familiare sancito dall’art. 8 CEDU. Infatti, i tempi di permanenza dei minori presso il genitore non convivente devono di regola comprendere tutti i momenti della vita quotidiana del minore, anche se in misura proporzionalmente ridotta rispetto ai tempi di convivenza con l’altro genitore, e in essi vanno compresi i pernottamenti – salvo che si evidenzi uno specifico e attuale pregiudizio per il minore – in modo da consentire al genitore non convivente con il figlio di svolgere pienamente le sue funzioni di cura, educazione, istruzione, assistenza materiale e morale, in conformità alle condizioni del provvedimento di affidamento. Lo stabilisce la Cassazione civile, sez. I, sentenza 9 aprile 2024, n. 9442.

Le ultime decisioni delle corti comparate su “X”

Pubblicato sul Quotidiano Giuridico del 18 aprile 2024

Nella rassegna mensile di giurisprudenza delle nuove tecnologie e di Internet ci si focalizza su “X” (cioè la compagnia precedentemente conosciuta come “Twitter”) acquistata da Elon Musk, per farne una piattaforma del libero pensiero, senza censura alcuna, ma non secondo la giurisprudenza analizzata.

Negli Stati Uniti la United States Norther District Court of California ha respinto la causa intentata dalla X di Elon Musk contro il Center for Countering Digital Hate (CCDH), affermando che l’obiettivo della società è punire gli imputati per le critiche contro la compagnia “X” pubblicate sul social stesso, nonché per dissuadere altri dall’adottare il medesimo comportamento. La Corte, inoltre, osserva che la compagnia non ha specificato in cosa consistesse la presunta diffamazione contenuta nelle frasi pubblicate.

Questa causa è stata iniziata nel luglio 2023, quando X ha agito in giudizio sostenendo che i convenuti avessero intrapreso una campagna di allarmismo per allontanare gli inserzionisti dalla piattaforma, con la conseguente perdita di “decine di milioni di dollari” in entrate pubblicitarie. L’azione legale sosteneva inoltre che il CCDH avesse violato i termini di servizio di X, “illegittimamente” consultando i dati dalla piattaforma per creare rapporti “infondati e non corretti”. Tuttavia, le richieste di X in merito alla violazione del contratto, nonché ai supporti danni sofferti non sono stati adeguatamente provati e pertando la domanda è stata rigettata.

Nel settembre 2022, il governatore della California Gavin Newsom firmava la legge A.B. 587, che impone alle aziende di social media di pubblicare i propri termini di servizio e di fornire informazioni su se e come le aziende moderano le categorie di espressione controverse, tra cui i discorsi d’odio, l’estremismo e la disinformazione. La legge impone sanzioni pecuniarie se lo Stato ritiene che le aziende abbiano dichiarato in modo errato i loro standard di moderazione.

X Corp. ha citato in giudizio il procuratore generale della California Rob Bonta, sostenendo che la legge è incostituzionale. Ma la Corte distrettuale degli Stati Uniti per il distretto orientale della California ha respinto la richiesta della piattaforma di social media di un’ingiunzione preliminare che impedisse allo Stato di applicare la legge, ritenendo che essa non violasse i diritti del Primo Emendamento dell’azienda.

Il giudice ha ritenuto che “le informazioni obbligatorie della California fossero ragionevolmente collegate a un sostanziale interesse governativo nel richiedere alle società di social media di essere trasparenti… in modo che i consumatori possano prendere decisioni informate su dove consumano e diffondono notizie e informazioni”.

La Corte ha inoltre ritenuto che l’azienda non fosse indebitamente gravata dai requisiti di divulgazione, poiché le statistiche richieste dalla legge erano “puramente fattuali” e non obbligavano l’azienda a impegnarsi in un intervento potenzialmente controverso. X Corp. ha presentato appello alla Corte d’Appello degli Stati Uniti per il Nono Circuito.

In Brasile, il giudice della Corte Suprema Federale, Alexandre de Moraes, ha avviato un’indagine penale contro Elon Musk, per possibile ostruzione della giustizia e istigazione. Musk ha disobbedito a un ordine della Corte Suprema di bloccare accessi a account non divulgati.

Questo si inserisce in un’indagine più ampia sulla disinformazione e su accuse di istigazione al colpo di stato da parte dell’ex presidente Jair Bolsonaro. Moraes ha sottolineato il ruolo dei social media nel minare la democrazia brasiliana e ha affermato che gli amministratori possono essere ritenuti penalmente responsabili per comportamenti antidemocratici. Musk è stato incluso nell’indagine sulla disinformazione e nella nuova indagine penale. Moraes ha vietato a Twitter di disobbedire agli ordini del tribunale e ha stabilito una multa giornaliera di 100.000,00 reais per ogni account sbloccato illegalmente.

Il diritto di voto in vista delle elezioni presidenziali: le decisioni delle Corti federali USA

Pubblicato sul Quotidiano Giuridico del 5 aprile 2024

La US District Court for the District of South Carolina, Columbia Division, ha emanato una importante decisione in tema di “gerrymandering”. Il gerrymandering è un termine composto da “Gerry” (nome di un politico americano del XIX secolo che primo ideò e applicò questa pratica) e “salamander” (cioè “salamandra”).

Si tratta di un sistema che consente di delineare a proprio vantaggio i confini territoriali dei collegi uninominali in un sistema elettorale maggioritario. Il caso in questione concerne l’emanazione di un’ordinanza giudiziaria che ripristina i confini territoriali di una mappa elettorale congressuale dichiarata incostituzionale nel 2023, a causa del bias razziale che la caratterizzava.

Tale decisione è stata giustificata con il fatto che risulterebbe impossibile adottare e approvare una nuova mappatura della circoscrizione elettorale in tempo per le elezioni militari e primarie che si svolgeranno tra l’aprile e il giugno 2024. I giudicanti hanno affermato che l’utilizzo di mappa distrettuale elettorale dichiarata incostituzionale per gerrymandering razziale fosse altamente “inusuale”, ma che le scadenze imminenti, la mancanza di una possibile soluzione alternativa e un ricorso pendente alla Corte Suprema rappresentano ostacoli che giustificano l’utilizzo del vecchio e controverso distretto elettorale.

La United States District, Court District of New Jersey ha ordinato allo Stato di cambiare lo stile delle schede elettorali in vista delle elezioni primarie di giugno, dato che il layout contestato interferiva sui diritti riconosciuti dal First Amendment, in particolare sulla libertà di associazione. Infatti, alla luce di siffatto layout i candidati si troverebbero nella necessità dell’approvazione del partito ai fini di ottenere una buona posizione sulla scheda che li agevoli nella raccolta delle preferenze.

Siffatto sistema indebolirebbe la posizione dei candidati nei confronti del loro partito. Come è noto, nelle elezioni primarie gli elettori scelgono i loro delegati e i candidati alla carica presidenziale federale.

La particolarità delle schede relative alle primarie del New Jersey è di suddividere le schede elettorali in colonne e righe, consentendo una separazione incongrua tra gli stessi aspiranti che concorrono al medesimo ruolo, isolando gli indipendenti (e pertanto svantaggiandoli). Al contrario un sistema di sorteggio casuale garantirebbe a ciascun candidato una medesima possibilità di ottenere la prima posizione sulla scheda elettorale.

La US Court of Appeals for the Third Circuit ha affermato che il requisito della certificazione della data per le schede elettorali per corrispondenza inviate dagli elettori della Pennsylvania non viola il “Materiality Provision” del Civil Right Act, ribaltando una decisione di un tribunale inferiore. Il dibattito sulle schede elettorali è risalente al momento dell’approvazione dell’Act 77, relativa a una riforma elettorale in Pennsylvania.

L’Act 77 richiede agli elettori della Pennsylvania di inserire la data sulle buste delle schede elettorali per corrispondenza. A causa di questa regola, migliaia di voti degli elettori della Pennsylvania sono stati dichiarati invalidi nelle elezioni del 2022 a seguito di omissioni o errori degli elettori stessi.

La United States District Court for the Middle District of Pennsylvania ha rigettato una causa mossa contro il presidente Biden e il governatore della Pennsylvania Shapiro per le loro azioni volte a incrementare il numero di elettori iscritti ai registri elettorali. I provvedimenti contestati consentivano ai cittadini della Pennsylvania di essere automaticamente registrati come elettori attivi al momento del rilascio della patente di guida. Gli attori hanno sostenuto che l’ordine esecutivo di Biden violasse la Election Clause i della Costituzione degli Stati Uniti. Inoltre, i querelanti hanno argomentato che l’annuncio di Shapiro violasse le procedure stabilite di applicazione degli elettori della Pennsylvania.

Secondo il giudice federale le parti attrici non erano titolari di legittimazione attiva per contestare siffatte azioni, infatti sulla base dell’Articolo 3 della Costituzione degli Stati Uniti, le Corti federali possono decidere esclusivamente casi o controversie in cui l’attore sia legittimato ad agire e cioè

a) dimostri di subire un danno effettivo riconducibile al comportamento del convenuto nonché

b) dimostri di avere una significativa probabilità di vittoria.

Nella fattispecie, il giudicante ha aggiunto che il suddetto danno, per essere riconosciuto, deve essere individuato concreto e circostanziato, mentre le rivendicazioni dei ricorrenti non superavano la soglia ipotetica di un possibile danno a carico del legislatore della Pennsylvania.

Aprile

Aprile è il più crudele di tutti i mesi. Genera

lillà dalla terra morta, mescola

memoria e desiderio, desta

radici sopite con pioggia di primavera

Quali radici si afferrano, quali rami crescono

su queste rovine di pietra? Figlio dell’uomo

tu non lo puoi dire, né immaginare

perché conosci soltanto

un cumulo di frante immagini, là dove batte il sole.

E l’albero morto non dà riparo

e il canto del grillo non dà ristoro

e l’arida pietra non dà suono d’acqua.

Thomas Stearns Eliot, da La terra desolata – A cura di A. Tonelli

Revocabile lo stato di adottabilità quando il genitore intraprende un percorso di recupero

Pubblicato sul Quotidiano Giuridico del 18 marzo 2024

In tema di adozione del minore, il giudice, nella valutazione della situazione di abbandono, quale presupposto per la dichiarazione dello stato di adottabilità, deve fondare il suo convincimento effettuando un riscontro attuale e concreto, basato su indagini ed approfondimenti riferiti alla situazione presente e non passata, tenendo conto della positiva volontà di recupero del rapporto genitoriale da parte dei genitori. Lo stabilisce la Cassazione civile, sez. I, ordinanza 8 marzo 2024, n. 6261.